FATTORIA DI MONTECCHIO - LE LEOPOLDINE

FATTORIA DI MONTECCHIO - LE LEOPOLDINE

Col tempo viene meno l’importanza strategica e diminuisce la consistenza demografica del castello di Montecchio; viene costruita la nuova chiesa di San Biagio, la popolazione si sposta a valle e le case interne alla cinta vengono abbattute.
Gli interessi economici hanno un nuovo fulcro, la Fattoria di Montecchio. Situata lungo l’antica via Regia, era stata acquistata dalla famiglia Medici nel 1532 ma è con il Granduca Pietro Leopoldo di Lorena (XVIII secolo) che diviene il centro di un innovativo progetto volto a migliorare la regimentazione idraulica dell’area e la qualità della vita dei suoi abitanti. 

A valle della fattoria vengono costruiti dei poderi modello, le “Leopoldine”, lungo il rettilineo Stradone del Duca che attraversava l’area un tempo paludosa e malsana, resa fertile dai lavori di bonifica; gli edifici integravano spazi residenziali, ambienti di lavoro e locali per l'immagazzinamento dei raccolti. Presentano pianta quadrata con doppia loggia, colombaia centrale, stalle e forno al piano terra; ogni casa è inoltre dotata di un annesso agricolo e di un
pozzo. Grande attenzione era dedicata alla salubrità degli ambienti: la casa doveva essere esposta a tramontana, essere vicina a fonti idriche, avere mura spesse che la riparassero dal freddo e dal caldo.

Dal punto di vista strettamente edile, particolare cura era riservata alle fondazioni che dovevano avere uno spessore doppio di quello delle strutture fuori terra ed erano riempite da ghiaia di fiume impastata nella calcina. Il tetto era essenziale ed era realizzato con buoni legnami per la travatura e poi coperto da tegole e coppi.